Il Fenofibrato aggiunto alle statine riduce il rischio cardiovascolare nei pazienti con sindrome metabolica


Nonostante le statine siano considerate il trattamento primario per la riduzione dei livelli di colesterolo LDL nelle persone con sindrome metabolica, permane un rischio cardiovascolare residuo.

E' stato ipotizzato che il Fenofibrato ( Lipofene ) possa rappresentare una opzione di trattamento della dislipidemia, tuttavia gli studi clinici hanno mostrato una riduzione del rischio cardiovascolare solo in alcuni sottogruppi di pazienti ( dislipidemia aterogena ) e sono pochi quelli effettuati sulla popolazione asiatica ( più suscettibile a ipertrigliceridemia e sindrome metabolica ).

E' stato condotto uno studio real world con l'obiettivo di verificare il beneficio dell’aggiunta di Fenofibrato alle statine sul rischio cardiovascolare.

Sono state incluse persone di una coorte di screening sanitario coreana ( 40-79 anni ), con sindrome metabolica, e che avevano fatto uso di statine per almeno 3 mesi tra il 2007 e il 2014.
La corrispondenza del punteggio di propensione ( massimo 1:5 ) è stata eseguita per i partecipanti che hanno usato statine più Fenofibrato e quelli trattati solo con statine.

L'endpoint primario era un composito di eventi cardiovascolari ( malattia coronarica incidente, ictus ischemico, morte per cause cardiovascolari ).

E' stato condotto un follow-up fino al primo evento cardiovascolare, decesso o termine dello studio.

Lo studio ha riguardato 29.771 pazienti, di età media 62.5 anni, 4.046 ( 37% ) con diabete mellito di tipo 2.

Dopo abbinamento per punteggio di propensione, i partecipanti trattati con statina più Fenofibrato sono stati 2.156 e quelli trattati solamente con statina 8.549.

Il tasso di incidenza dell’endpoint composito cardiovascolare per 1.000 anni-persona è stato di 17.7 ( IC 95%: da 14.4 a 21.8 ) nel gruppo trattamento combinato e di 22.0 ( 20.1 a 24.1 ) nel gruppo statine.

Il rischio di eventi cardiovascolari compositi è diminuito in modo significativo nel gruppo trattamento combinato rispetto al gruppo statine ( hazard ratio aggiustato, aHR 0.74; IC 95%: 0.58-0.93; P=0.01 ), anche quando le analisi sono state eseguite durante la terapia ( aHR 0.63; IC 95%: 0.44-0.92; P=0.02 ).

Il minor rischio di singoli eventi cardiovascolari nel gruppo di trattamento non è stato significativo.

Non c’è stata associazione tra le caratteristiche dei partecipanti e il minor rischio di eventi cardiovascolari con il trattamento combinato.

La percentuale di pazienti con il doppio dei livelli sierici di creatinina rispetto al basale entro 6 mesi è stata più alta nel gruppo trattamento combinato, ma non in modo significativo.

In conclusione, l’aggiunta di Fenofibrato al trattamento con statine ha ridotto in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari maggiori rispetto alla sola terapia con statine, in una coorte di pazienti con sindrome metabolica. ( Xagena_2019 )

Fonte: British Medical Journal, 2019

Xagena_Medicina_2019