La riduzione di peso nei pazienti con diabete di tipo 2 permette di ridurre il rischio cardiovascolare


La maggior parte dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 sono in sovrappeso o obesi, e la relazione tra obesità, soprattutto quella del compartimento viscerale, ed il rischio di sviluppare diabete è ben riconosciuta.

L’eccessivo tessuto adiposo è associato a resistenza all’insulina e all’aumentata espressione delle citochine proinfiammatorie e dei fattori protrombotici.
Tutto ciò contribuisce ad elevare il rischio di malattia coronarica.

L’obesità addominale, o eccesso di adiposità viscerale, è stata associata a diversi fattori di rischio ( ipertensione, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL, alterata glicemia a digiuno ), che sono manifestazioni della sindrome metabolica.
Il cambiamento dello stile di vita è il primo approccio nel management ( gestione ) dell’obesità e della sindrome metabolica.

Tuttavia, se i pazienti non sono in grado di raggiungere una perdita di peso del 5-10% e a migliorare i fattori di rischio cardiometabolici solamente con il cambiamento dello stile di vita, si dovrebbe prendere in considerazione il trattamento farmacologico.

I farmaci approvati, o in procinto di essere approvati, sono la Sibutramina ( Reductil / Meridia ), l’Orlistat ( Alli / Xenical ), ed il Rimonabant ( Acomplia / Zimulti ).
Anche il farmaco per il diabete di tipo 2, Metformina ( Glucophage ), permette di ridurre il peso corporeo. ( Xagena_2007 )

Lee M, Aronne LJ, Am J Cardiol 2007; 99 ( 4A ): 68B-79B



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