I soggetti di mezza età ed anziani che fanno uso dei beta-bloccanti presentano un ridotto rischio di fratture
E’ stata esaminata l’associazione tra l’uso di beta-bloccanti e l’incidenza di fratture in uno studio prospettico di popolazione, che ha coinvolto 1.793 persone tra i 55 e i 74 anni, che avevano preso parte ad una delle 3 indagini nella coorte MONICA Augsburg tra il 1984 ed il 1995.
I soggetti partivano da una situazione iniziale di assenza di fratture.
Durante un periodo osservazionale medio di 10,7 anni, si sono osservate 263 fratture.
Coloro che facevano uso di beta-bloccanti erano più anziani, mostravano una probabilità significativamente più alta di essere obesi, di non bere alcol, di avere ipertensione o diabete, di utilizzare i tiazidi o le statine, e di essere fisicamente inattivi.
L’uso di beta-bloccanti è risultato associato ad un ridotto rischio di fratture di qualsiasi tipo ( HR=0,57 ), dopo aggiustamenti per età, sesso.
Dopo aggiustamento per indice di massa corporea ( BMI ) e anni di istruzione è stata osservata solo una lieve attenuazione della relazione ( HR=0,60 ), ed un ulteriore aggiustamento per una serie di fattori di rischio non ha modificato l’associazione ( HR=0,60 ).
In conclusione, l’uso dei beta-bloccanti è risultato associato ad un ridotto rischio di fratture nei soggetti di mezza età ed anziani.( Xagena_2007 )
Meisinger C et al, Osteoporos Int 2007; 18: 1189-1195
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XagenaFarmaci_2007